L’ultima chiacchierata con Stefano.

Stefano, ma hai visto quanti eravamo?
Ho capito che eravamo tutti convocati ma nella Basilica non c’era quasi più posto.
Come? Si, si più che al campo, un pubblico così a Classe in via Classense non ci poteva entrare… anche con le porte aperte.

Guarda, ti dirò di più, nemmeno se avessimo organizzato una festa, una cena tra amici avremmo potuto far ritrovare tanta gente insieme.
C’erano anche quei ragazzi che tenevi spesso in panchina.
Non lamentarti poi mica della rosa che avevi a disposizione ieri, solo di portieri ce ne erano una mezza dozzina, centrocampisti punte etc…

Quella maledetta passione per il pallone, come si dice a Ravenna, che magari ti divide per 90 minuti ma ti unisce per una vita.

Sai quante persone che parlavano ieri, “io l’ho avuto ad Alfonsine”, “io a Fosso Ghiaia”.
Io non sapevo nemmeno che avevi allenato anche lì, io ti conosco da poco allora, eppure mi sembra una vita.
Sarà perché sono tante domeniche che mi diverto a scarabocchiare internet con i miei pseudo commenti.
Quante volte mi hai detto che non dovevo scrivere quello che avevo scritto, perché le cose non era come le avevo descritte io, che i  tuoi ragazzi meritavano di più.
Quante volte li hai difesi, magari te li mangiavi nell’intervallo, ma poi te li coccolavi.
Poi mi ricordo gli abbracci dopo una vittoria, ma perché no anche quelli dopo una sconfitta.

Sei uscito ancora una volta tra gli applausi, giro di campo, tutto perfetto se non fosse che era l’ultimo.  

Sai Stefano ieri pero’ l’applauso non era per il mister, era per l’uomo che ci ha lasciati.
So che di questo non sarai deluso, quanto affetto hai ricevuto. Siamo tutti orgogliosi di averti conosciuto.
I  tuoi cari, meravigliosi, composti nel dolore, vicini, come sempre, con Martina e Luca che invece di essere consolati, consolavano.
Tu Simonetta avete proprio due bravi ragazzi.

Un’ultima cosa Stefano, ho ascoltato tanti dire “mi mancherà”, ho visto tanti piangere: i tuoi ragazzi, i tuoi amici, tante persone della società, i tuoi vicini…
Io? Certo che ho pianto anche io, ma solo perché lo facevano tutti…

Gianni Massoli